Il paesaggio: un bene da conoscere e da tutelare – Giulia Giraudo
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Il paesaggio: un bene da conoscere e da tutelare

Delineare il concetto di paesaggio ha rappresentato, da sempre, un’ardua impresa.

Franco Zagari (2008) ha raccolto 48 definizioni differenti di paesaggio nel libro “Questo è paesaggio”, e se provassimo a leggerne assieme alcune ci accorgeremo di quanto sia impegnativo trovare una definizione univoca di paesaggio, a causa della sua complessità.

Per farlo è necessario ripassare il significato di territorio e ambiente.

Il primo è una porzione di superfice terrestre. Mentre l’ambiente è un ecosistema d’interazione tra componenti fisiche, chimiche e biologiche in equilibrio tra di loro, formato da componenti naturali e antropici. Banalmente pensiamo alla rana che si mangia l‘insetto, proprio quell’insetto che ha impollinato i fiori; e così via…

Come mai riportarci alla mente questi due significati? Perchè parlando di superfice terrestre e di sistema si definisce anche il termine paesaggio. Il paesaggio è la forma del territorio e viene percepito dall’uomo come antropico, naturale o semi-naturale, nelle sue valenze estetiche, storiche, culturali, sociali, ecc…

Per inquadrare il concetto di paesaggio è necessario partire dalle sue origini per cogliere appieno il suo significato attuale.

Iniziamo!

Che cos’è il paesaggio?

Come avrai intuito già dalle prime righe di questo articolo è importante assegnare al paesaggio una definizione, ma perchè? Semplicemente per poterlo tutelare e salvaguardare dal punto di vista normativo.

Il paesaggio essendo così eterogeneo e toccando ambiti totalmente differenti, come quello naturale, ambientale, economico e culturale, se non veniva definito rischiava di essere deturpato. Solo nell’ ottobre del 2000 i rappresentati politici europei hanno lavorato insieme per assegnare al paesaggio una sua definizione:

“Il paesaggio è una determinata parte del territorio così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”

Citazione proveniente dalla Convenzione europea del paesaggio, Firenze, 2000

Con questa frase vengono riconosciute al paesaggio le sue funzioni culturali, ecologiche, ambientali e sociali. E di conseguenza, il ruolo che detiene ai fini del benessere individuale e sociale per una migliore qualità della vita delle popolazioni. Si pone, inoltre, particolare attenzione sull’uomo e la sua percezione del paesaggio.

L’uomo è l’artefice del paesaggio, perchè direttamente o indirettamente, lo plasma. Per questo motivo si devono esplicitare le buone pratiche per la salvaguardia, gestione e pianificazione del paesaggio in quanto diritto e responsabilità di ciascun individuo.

I valori del paesaggio

Osserva ora queste immagini e poniti questa domanda: “Che cosa mi trasmette questo paesaggio?”, e ancora “Questo paesaggio che ricadute ha nell’ambito ambientale o economico?”

Se fino a qualche istante fa non ti eri mai posto questi quesiti sul paesaggio, immaginandolo come uno spazio di valore collettivo e sociale, ora come ti senti?

Il nostro egocentrismo umano spesso cela ciò che ci sta attorno. Diamo per scontato che un determinato paesaggio sia sempre stato così solo per noi e con l’unico scopo di essere osservato. Invece il paesaggio contiene in sè una moltitudine di storie da raccontare e valori da preservare.

La categorizzazione dei valori del paesaggio

I valori paesaggistici possono essere suddivisi in due categorie:

  • Valori soggettivi, ognuno di noi ha un proprio carico di valore personale che attribuisce al paesaggio.
  • Valori collettivi, nei quali troviamo il:
  1. Valore estetico che rappresenta la bellezza dei luoghi, collegandosi al concetto di panorama composto da pan- “tutto” e hórama “vista”.
  2. Valore ambientale che è l’insieme delle caratteristiche chimico fisiche di un luogo. Ad esempio un valore potrebbe essere la biodiversità oppure la salubrità ambientale.
  3. Valori sociali che sono proiettati sui luoghi e riferiti al tema dell’identità, una popolazione si riconosce in un determinato luogo.
  4. Valore economico che è un aspetto fondamentale, ad esempio un paesaggio industriale è legato alla produzione economica del luogo. Più un paesaggio aumenta la sua qualità più aumentano i suoi valori economici. Esiste una connessione forte tra turismo e paesaggio e l’attrattività turistica incrementa all’aumentare delle caratteristiche e valori del paesaggio, ad esempio le Langhe in Piemonte.
  5. Valore storico-culturale che si collega al tema dei beni culturali, formati sia dai beni materiali che da quelli paesaggistici.

Il paesaggio: un bene da conoscere

Il paesaggio veniva inizialmente descritto attraverso strumenti figurativi o letterari.

Nei primi, a partire dai tentativi dalla pittura romana fino ad arrivare alle opere dell’epoca romantica, il paesaggio veniva evocato nei suoi scorci e vedute.

Foto del Museo Nazionale Romano | Via Sant’Apollinare, 8 – 00186 Roma

Nei secondi, se dapprima, le testimonianze letterarie lo citavano con un intento puramente descrittivo, successivamente, lo raccontavano arricchendolo di un ruolo culturale-identitario.

Foto di Brett Jordan

Nel corso dei secoli il paesaggio ha assunto innumerevoli quanto eterogenei significati. Il loro denominatore comune, da sempre, si individua nel riconoscimento del suo valore.

L’elaborazione del termine paesaggio ha un’origine molto antica. Nel mondo orientale, già a partire dal IV secolo, la cultura cinese lo associava all’immagine di monti ed acque. Mentre nel mondo occidentale bisogna attendere il XV secolo affinché si sleghi dal ruolo tecnico assegnatogli ed acquisisca la valenza estetica di paysage ovvero “pays”, inteso come paese, e “-sage”, inteso come totalità, in una visione del tutto contemplativa dell’osservatore.

Da tale termine, nella nuova realtà rinascimentale italiana, comparve per la prima volta la parola paesaggio.

Se fornire una sua descrizione figurativa fu piuttosto semplice, vedremo che una descrizione verbale, quanto normativa, sarà di difficile elaborazione. Di conseguenza, saranno di seguito riportate le principali fasi che hanno contribuito alla designazione del termine paesaggio.

Il paesaggio: un bene da tutelare

Infografica realizzata da Giulia Giraudo

I livelli di tutela del paesaggio sono tre: nazionale, europeo e mondiale. Vediamoli nel dettaglio:

Tutela nazionale

Legge 1497 “Protezione delle bellezze naturali” | 1939

Nel dopoguerra si assiste all’emanazione della Legge 1497 del 1939 che aveva come obiettivo la tutela del paesaggio in senso spiccatamente estetico, ed assume come esclusivo oggetto delle sue misure di protezione di singoli beni e singoli complessi di beni che demandano all’autorità amministrativa competente. I due strumenti per tutelare i beni sono il vincolo paesaggistico ed il piano paesaggistico.

La sanzione per chi viola tali disposizioni è di tipo amministrativa e penale.

Costituzione italiana | 1945

Questa concezione estetica del paesaggio è stata accolta dalla Costituzione italiana nell’art’ 9 comma 2 laddove si invita la Repubblica a tutelare il paesaggio ed il patrimonio storico e artistico.

Legge Galasso | 1985

A partire dagli anni ‘80 a causa del boom economico e dell’incremento edilizio in modo così esponenziale su tutta la penisola italica, si emanò la Legge Galasso del 1985, mirata alla salvaguardia delle risorse naturali non facilmente riproducibili presenti sul territorio. Nello specifico la codesta legge non necessitava di un provvedimento amministrativo ad hoc, ma si passava automaticamente al regime sanzionatorio. Ciò significa che la L. Galasso promuove la protezione del relativo valore del bene secondo il principio di sviluppo sostenibile.

I principi di azione sul paesaggio sono:

  • SALVAGUARDIA DEI PAESAGGI: conservazione e mantenimento degli aspetti significativi e caratteristici di un paesaggio.
  • GESTIONE DEI PAESAGGI: sviluppo sostenibile con il fine di orientare ed armonizzare le trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociale.
  • PIANIFICAZIONE DEI PAESAGGI: valorizzazione, ripristino e creazioni dei paesaggi.

La Regione opera obbligatoriamente approvando i piani paesaggistici e urbanistici-territoriali.

Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio / Codice Urbani | 2004

Con la formazione del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, si definisce il patrimonio culturale (art.2) costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici.

Sono beni culturali le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico.

Sono beni paesaggistici gli immobili e le aree costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio.

I beni del patrimonio culturale di appartenenza pubblica sono destinati alla fruizione della collettività, compatibilmente con le esigenze di uso istituzionale e sempre che non ledano alla tutela del bene.
Si tratta di un bene culturale se esiste un provvedimento di vincolo nei confronti del bene in oggetto. Il tutto è gestito dalla soprintendenza che è un organo periferico dello stato.

Il piano paesaggistico

Il piano territoriale paesaggistico è uno strumento urbanistico che concentra l’attenzione sui valori ambientali e paesaggistici. Questo è costituito da un corpo normativo e da una cartografia con la quale vengono identificate le aree alle quali vengono applicate le disposizioni del piano. Grazie al Codice Urbani si definirono le linee guida sui contenuti e l’elaborazione dei piani paesaggistici.

Infografica realizzata da Giulia Giraudo
L’ autorizzazione paesaggistica 

Qualora un soggetto proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo di un bene voglia intervenire su un immobile o un’area tutelati dal punto di vista paesaggistico, è necessario che, oltre al titolo edilizio previsto per la tipologia di intervento, richieda l’autorizzazione paesaggistica.

L’amministrazione preposta al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica è la regione ovvero un ente pubblico da essa delegato, come il Comune, Ente Parco o Provincia. La necessità dell’autorizzazione viene verificata caso per caso, anche con riferimento alla tipologia dell’intervento.

Alcuni interventi “di lieve entità” sono soggetti ad autorizzazione paesaggistica semplificata.

Interventi non soggetti ad autorizzazione paesaggistica
L’autorizzazione non è richiesta nei seguenti casi:

  • interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e restauro conservativo, a condizione che non alterino lo stato dei luoghi e l’aspetto esteriore degli edifici;
  • interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale che non comportino alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili, e sempre che si tratti di attività ed opere che non alterino l’assetto idrogeologico del territorio;
  • taglio colturale, forestazione, riforestazione, opere di bonifica, antincendio e di conservazione da eseguirsi nei boschi e nelle foreste tutelati ai sensi dell’art.142 comma 1, lettera g, purché previsti ed autorizzati in base alla normativa in materia.
Infografica realizzata da Giulia Giraudo

Tutela europea

Convenzione europea del paesaggio | 2000

La Convenzione europea del paesaggio, approvata a Firenze nel 2000, diventa legge in Italia dal 2006. Ha l’obiettivo di promuovere l’adozione di politiche e di provvedimenti atti a salvaguardare, gestire e pianificare i paesaggi europei. Come letto all’inizio dell’articolo grazie a questa Convenzione si dà una definizione di paesaggio, dalla quale scaturisce il concetto che il paesaggio coopera all’elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea.
Riconoscendo che il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni: nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana.

Convenzione di Faro | 2005

Il processo di valorizzazione è un processo partecipativo ed è su questo che si basa questa convenzione. Viene introdotto il concetto di Comunità di Patrimonio – “Heritage Communities”.
La Convenzione accorda le politiche di valorizzazione europee tenendo conto dei processi in atto di democratizzazione della cultura e di open government, poiché vede nella partecipazione dei cittadini e delle comunità la chiave per accrescere in Europa la consapevolezza del valore del patrimonio culturale e il suo contributo al benessere e alla qualità della vita.

Tutela mondiale

World Heritage Convention | 1972

L’UNESCO, agenzia che gestisce la cultura nel mondo, ha formato la Convention, ossia un patto con gli stati. La World Heritage Convention è stata formata nella 17° conferenza generale dell’UNESCO del 1972. In Italia è stata approvata nel 1977.
Si sono fatte delle liste per registrare e catalogare tutti i beni, ma i beni per essere inseriti devono avere certe caratteristiche.

La Convenzione si fonda sul principio che il patrimonio culturale e naturale è un bene inestimabile e insostituibile, non solo per ogni nazione, ma per l’umanità intera. La perdita, per deterioramento o scomparsa, di uno di questi beni preziosi rappresenterebbe un impoverimento del patrimonio di tutti i popoli del mondo. Alcuni di questi beni, a causa delle loro eccezionali qualità, possono essere considerati di valore universale eccezionale (OUV, Outstanding Universal Value), e in quanto tali meritevoli di protezione speciale contro i pericoli che li minacciano.

In Italia invece 44 siti culturali e 4 naturali (Isole Eolie, Etna, Monte S. Giorgio e Dolomiti) su un totale mondiale di 962 siti. Vediamone alcuni:

Liguria, Cinque Terre, dal 1997

Foto di Giulia Giraudo

Piemonte, Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, dal 2014

Foto di Giulia Giraudo

Sardegna, Cala Goloritzé, dal 1995

Foto di Giulia Giraudo

Eccoci qua giunti alla fine di questo viaggio alla comprensione del concetto di “paesaggio”.

Spesso la nostra vita ci costringe a correre ed a non goderci i panorami. Eppure se solo ci ritagliassimo del tempo per osservarli ci arricchiremo e li sentiremo anche un pò nostri.

Come tali avremmo voglia di tutelarli, preservarli e di gestirli correttamente.

Ti aspetto nei commenti nel caso volessi un confronto o qualche chiarimento, e se ti va lascia un like!

Ti interessa l’argomento…

Leggi qui l’articolo “Lo stoccaggio di anidride carbonica in foresta” dal quale potrai approfondire il tema del valore ambientale del paesaggio.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

”Questo è paesaggio”, Franco Zagari, 2008

Tesi di laurea magistrale “Interpretazione partecipata del paesaggio montano per la comunità di Bernezzo (CN)”, scritta da Giulia Giraudo e Viviana Giufarelli, Università di Genova, 2021

Convenzione europea del paesaggio, Firenze, 2000 qui

MATERIALE FOTOGRAFICO

Immagine di copertina del fotografo cuneese Alessandro Garino

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Il resto delle fotografie sono di mia proprietà o scaricate da questo sito.

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